Breve recensione del romanzo "Lui è tornato", di Timur Vermes, che nel 2012 ha rappresentato un importante caso editoriale in Germania.

 

 

Lui è tornato, (in originale "Er ist wieder") è il titolo del romanzo d'esordio di Timur Vermes, autentico caso editoriale in Germania, dove ha venduto oltre seicentomila copie in pochi mesi. Edito in Italia appena pochi giorni fa da Bompiani, il romanzo è risultato il titolo più acquistato al Salone Internazionale del Libro di Torino.

Vermes resuscita nientemeno che Adolf Hitler, protagonista e io narrante del romanzo, risvegliandolo nella Berlino del 2011, senza cercare spiegazioni fantasiose (Hitler si è risvegliato nel 2011, punto) ma concentrandosi nell'analisi della personalità e delle sfumature psicologiche dell'uomo, per riflettere e cercare di capire se, in un contesto così diverso da quello del primo dopoguerra, un fenomeno come quello dell'ascesa del Führer "potrebbe succedere ancora".

Hitler, scambiato da tutti per un convincente imitatore, non impiega molto tempo a scoprire la potenza dei nuovi media e a (ri)conquistare il pubblico con le parole e i discorsi di un tempo, diventando il fenomeno del momento in televisione e su Internet.

Il romanzo è sicuramente coraggioso - la storia del Terzo Raich in Germania è ancora un inviolabile tabù - ben scritto, ricco di momenti comici; Vermes è documentato e attento a non presentare Hitler solo come un mostro, ma come il pragmatico affabulatore in grado di incantare le folle, alternando considerazioni argute a concetti e idee inaccettabili.

 lui e tornato

 

La sinossi

E' l'estate del 2011. Adolf Hitler si sveglia in uno di quei campi incolti e quasi abbandonati che ancora si possono incontrare nel centro di Berlino. Non può fare a meno di notare che la guerra sembra cessata, che intorno a lui non ci sono i suoi fedelissimi commilitoni, non c'è traccia di Eva.

Non riesce a spiegarsi l'intorpidimento delle articolazioni e la difficoltà che prova nel muovere i primi passi in una città diversa da come la ricordava. Regna la pace; ci sono molti stranieri e una donna è alla guida del Reich.

Sessantasei anni dopo la sua fine nel bunker, contro ogni previsione, Adolf Hitler inizia una nuova carriera. Non è un imitatore, né una controfigura. E proprio lui e non fa né dice nulla per nasconderlo. Anzi, è tremendamente reale. Eppure nessuno gli crede: tutti lo prendono per uno straordinario comico, tutti lo cercano, tutti lo vogliono, tutti lo imitano.