Eleanor Oliphant sta benissimo è l'interessante romanzo d'esordio della scrittrice scozzere Gail Honeyman.

 

 

Eleanor Oliphant sta benissimo è il romanzo d'esordio dell'autrice scozzese Gail Honeyman, che grazie all'ottimo successo di vendite e al plauso diffuso della critica di settore - l'autorevole settimanale britannico "The Observer" l'ha definito "l'esordio dell'anno" - è diventato il caso editoriale del 2018.

Una giovane donna, trascurata e sciatta, trascorre le giornate seguendo una routine sempre uguale: stesso pranzo, stessa cena, stesso weekend. Non ha amici, non ha famiglia, non ha relazioni sociali, nemmeno con i colleghi, che l’apostrofano come "quella strana". Il suo unico contatto con gli altri è la telefonata che riceve ogni mercoledì dalla madre. Una telefonata sgradevole, fatta di critiche, di disprezzo.

Eleanor cerca di non pensare al suo passato, ma quando i ricordi della sua infanzia si affacciano alla memoria sono troppo dolorosi per essere affrontati, così li affoga nella vodka che magicamente cancella tutto. La vita di Eleaonor scorre così da anni, ordinaria, sempre uguale.

Basta un nulla però, perché tutto cambi: un incontro che incrina la sua routine, un incidente che la mette in contatto con altre persone, un cambio di look, la fascinazione per un cantante e la vita si insinua e la travolge.

 

Eleanor Oliphant sta benissimo

 

Risvolto di copertina

Mi chiamo Eleanor Oliphant e sto bene, anzi: benissimo.

Non bado agli altri. So che spesso mi fissano, sussurrano, girano la testa quando passo. Forse è perché io dico sempre quello che penso. Ma io sorrido, perché sto bene così.

Ho quasi trent’anni e da nove lavoro nello stesso ufficio. In pausa pranzo faccio le parole crociate, la mia passione. Poi torno alla mia scrivania e mi prendo cura di Polly, la mia piantina: lei ha bisogno di me, e io non ho bisogno di nient’altro. Perché da sola sto bene. Solo il mercoledì mi inquieta, perché è il giorno in cui arriva la telefonata dalla prigione. Da mia madre. Dopo, quando chiudo la chiamata, mi accorgo di sfiorare la cicatrice che ho sul volto e ogni cosa mi sembra diversa. Ma non dura molto, perché io non lo permetto.

E se me lo chiedete, infatti, io sto bene. Anzi, benissimo. O così credevo, fino a oggi.

Perché oggi è successa una cosa nuova. Qualcuno mi ha rivolto un gesto gentile. Il primo della mia vita. E questo ha cambiato ogni cosa. D’improvviso, ho scoperto che il mondo segue delle regole che non conosco. Che gli altri non hanno le mie stesse paure, e non cercano a ogni istante di dimenticare il passato. Forse il «tutto» che credevo di avere è precisamente tutto ciò che mi manca. E forse è ora di imparare davvero a stare bene. Anzi: benissimo.