Incaricato dalla Compagnia Inglese delle Indie Orientali di sconfiggere il pirata arabo Jangiri, Sir Hal Courteney parte su un magnifico East Indiaman con i figli Tom e Dorian, alimentato da uno spirito inquieto che soffia impetuoso come il monsone.

 

 

Wilbur Smith non finisce mai di stupire per la bellezza delle descrizioni che letteralmente dipinge tra le sue pagine e per il modo estremamente godibile e sopratutto scorrevole di scrivere.

Per l'ennesima volta ci ritroviamo in Africa, a seguire una vicenda impetuosa come il monsone del titolo: protagonista iniziale è Sir Hal Courteney (il barracuda) maturato con l'esperienza e con l'età dal tempo dei viaggi e della prigionia a fianco del padre Francis Courteney (capostipite della famiglia, le cui vicende sono descritte nell'altro ottimo romanzo "Uccelli da preda"), che si ritrova ora a vivere stancamente in Inghilterra" con i suoi quattro figli, dopo una vita vissuta avventurosamente.

Con due di questi, Tom e Dorian, partirà su un magnifico East Indiaman incaricato dalla Compagnia Inglese delle Indie Orientali di sconfiggere il pirata arabo Jangiri, terrore dai mari dal Capo di Buona Speranza al Madagascar, che aveva pesantemente danneggiato la Compagnia assaltando una grossa nave commerciale.

Nel corso della storia la sorte dividerà Tom e Dorian, e riserverà ad Hal una fine toccante. I due fratelli, che svilupperanno una fede e una cultura diverse, resteranno però sempre accomunati da un fortissimo sentimento fraterno. Nel corso delle loro "trasferte" ricche di insidie, ma affrontate sempre coraggiosamente scopriranno entrambi l'amore: Tom si legherà a Sarah e Dorian, ripercorrendo i passi del padre, si innamorerà di una indigena araba dal nome dolcissimo, Yasmini.

Sono loro che diventeranno nella seconda metà del romando i veri protagonisti e si troveranno addirittura avversari e nemici, entrambi guerrieri e leader, ma schierati in campi opposti.

Un romanzo bellissimo, fluente, consigliato a tutti, e da leggere tutto d'un fiato.

 

Monsone

 

La sinossi

Africa è un nome scritto nel destino della famiglia Courteney. Lo sa bene Sir Hal Courteney, che durante la giovinezza, è stato sedotto dalla bellezza sensuale e arcana di quel continente fiero e selvaggio e ha imparato a conoscerlo, ad amarlo più di sè stesso.

Ma lo sanno, o almeno lo intuiscono, anche Tom e Dorian, due dei suoi quattro figli, nati e cresciuti in Inghilterra, ma con l'avventura nel sangue e il mare nel cuore. Niente può quindi trannere i due ragazzi dal salire sul magnifico East Indiaman affidato al comando del padre, incaricato dalla Compagnia delle Indie di domare il sanguinario pirata arabo Jangiri, il cui "regno" si estende dal capo di Buona Speranza al Madagascar.

E niente può fermare il destino quando deciderà di separare i due giovani, lasciando che i venti dell'avventura governino il loro futuro e che la passione plasmi la loro vita. Tom si ritroverà così a dover affrontare, prima col padre e poi con Sarah, la donna che ha scelto di stare al suo fianco, le mille incognite che animano quello sconfinato teatro di battaglia che è il mare e gli innumerevoli enigmi di un continente che esercita il suo invisibile potere su uomini e animali, mentre Dorian, costretto ad una nuova esistenza e a una nuova fede - lontanissime da lui eppure vibranti di orgoglio -, farà del coraggio la sua arma e scoprirà l'amore nello sguardo di una ragazza dal nome soave, Yasmini.

La sorte vorrà i due fratelli addirittura nemici, guerrieri in campi opposti e animati da opposte speranze eppure uno soltanto sarà il desiderio che lì guiderà nel silenzio della solitudine e nel clamore dei duelli, nelle tenebre della sconfitta e nella luce del trionfo: ricongiungersi, per combattere e finalmente realizzare i sogni che da sempre accendono lo spirito inquieto dei Courteney. E proprio sulle ali di questo desiderio che soffia sull'Africa impetuoso come il monsone, Wilbur Smith ci regala il suo romanzo più epico ed esaltante.

 

L'autore

Wilbur Smith è nato il 9 novembre 1933 a Broken Hill, nella Rhodesia nel Nord (l'attuale Zambia), da genitori inglesi. E' cresciuto e ha studiato in Sudafrica, laureandosi alla Rhodes University. Si è dedicato a tempo pieno alla narrativa dal 1964, dopo il successo ottenuto con Il destino del leone e, da allora, ha pubblicato ventisei romanzi, basati su attente ricerche e appassionanti esplorazioni condotte in ogni angolo del pianeta.

Si dedica alla propria attività di scrittore seguendo un preciso rituale: lavora dalle otto del mattino alle tre del pomeriggio e fa rileggere tutto alla moglie Danielle, alla quale ha dedicato gran parte dei suoi libri. Attualmente vive a Constantia, nei pressi di Città del Capo, in una villa chiamata Sunbird Hill (la "collina dell'uccello del sole") che si trova a poche ore da ranch Leopard Hill ("la collina del leopardo"), una vera e propria riserva di selvaggina esotica.

I romanzi di Wilbur Smith sono stati tradotti in ventisei lingue e hanno venduto settanta milioni di copie in tutto il mondo.